La cucina tradizionale romana che riproponiamo tutti i giorni nel nostro ristorante, è di origini antiche e prevalentemente povera. Basata su ingredienti di produzione locale era rivolta soprattutto a famiglie di lavoratori rurali e contadini, che prevedevano spesso un solo pasto al giorno.
Con gli anni le sue ricette si sono adeguate ai tempi e oggi risultano particolarmente nutritive, da gustare in porzioni abbondanti.
I capisaldi sono i primi piatti e i derivati del cosiddetto “quinto quarto”. Uniche eccezioni alla dieta si consentivano nei giorni di riposo e di festa dove la facevano da padroni il capretto e l’abbacchio anch’essi forniti dai pastori locali. Inoltre caratteristica era la presenza abbondante di carne di suino derivante dai maiali allevati in Umbria i cui allevatori venivano appunto chiamati “norcini”.
I primi piatti erano a base di pasta con verdure e legumi mentre, per capire le origini di molti piatti tipici romaneschi, un’attenzione particolare merita il “quinto quarto”. Quando si macellavano le bestie ovviamente i tagli più pregiati venivano riservati ai padroni benestanti mentre il resto, soprattutto interiora, detto “quinto quarto” appunto, andava alla forza lavoro; da qui quindi alcuni dei piatti che caratterizzano ancora oggi maggiormente la cucina romanesca quali: coda, trippa, rognoni, animelle di maiale cervello, coratella, intestino (pajata) ecc. Come condimento il burro non è previsto mentre un tempo si utilizzava lo strutto di maiale e oggi soprattutto l’olio di cui il Lazio è buon produttore.